Relitto Salemi
Il Salemi era un vecchio piroscafo del 1912 (con nome ss Viola 1912-1919), catturato nel porto di Marsiglia fu donato all’Italia nel Dicembre del 1942. EX Pontet-Canet 1923-1942 battente bandiera francese, venne poi dato in gestione alla Soc. Coop di Navigazione Garibaldi di Genova (1942-1943) divenendo definitivamente SS SALEMI.
Registro
Il registro navale LLOYD’S
A differenza di molte altre navi, non fu requisito dalla Regia Marina, cosa che accadde invece alla compagna di viaggio, che nei risvolti della storia e nella sorte, trovo identica fine (Il Valsavoia di 5733 tsl). Queste navi (Salemi e Valsavoia) saranno strettamente connesse nelle loro missioni, tanto da trovare fine congiunta, senza possibilità di difesa, contro un nemico invisibile.
Dunque, quel pomeriggio del 2 Febbraio 1943, le navi navigavano accodate verso Messina, lasciando gli ormeggi dal porto di Napoli cariche di paglia, cereali, cemento e documenti segreti destinati al comando marittimo Sicilia, a circa 8 miglia dell’isola di Capri. Il sommergibile di Sua Maestà britannica, l’HMS Safari al comando di Ben Bryant, valoroso comandante inglese, era in agguato a pochi metri di profondità, ordinando all’equipaggio di caricare tutti i tubi lanciasiluri.
HMS Safari
Il sommergibile Safari
Ben Bryant
Il comandante del Sommergibile Ben Bryant
Nascosto alla vista di tutti, come accaduto nei giorni precedenti, quando lo stesso Safari aveva tentato un agguato nel Golfo di Napoli, il sommergibile avanzava come un segugio a caccia del proprio trofeo.
Bryant porta il Safari a quota di visione ed ordina in plancia: Su il periscopio!
Avvistate le due navi, scandisce i riferimenti di lancio ed immediatamente il Safari lanciò un primo siluro che centrò il Valsavoia che era in cima al convoglio, arrecando seri danni. Fuori il secondo siluro, questa volta diretto sul SALEMI. Il piroscafo manovra di dritta bruscamente, riuscendo ad evitare la minaccia. Intanto, dal Safari, a pochi secondi di distanza era partito anche un terzo siluro che sfiora la chiglia del Salemi e, proseguendo la sua corsa, si schianta contro i “due scogli” distinti, molto vicini, ma non attaccati, che la gente del posto chiamava “Madre e Figlio”. L’impatto con il siluro distrusse il “Figlio” e solo in parte la “Madre”, che con gli anni e le impetuose mareggiate dovette arrendersi.